In molti pensano che il periodo che stiamo vivendo sia al
limite della catastrofe.
La gente perde il lavoro, non si hanno più certezze per il
proprio domani, perciò, come può un giovane avere fiducia a speranze per il
futuro?
La cosa straordinaria, che abbiamo scoperto, è che i ragazzi
d’oggi non si abbattono, studiano, lavorano e mantengono vivi la voglia di
costruire qualcosa.
Abbiamo raccolto la testimonianza di uno di loro, e la cosa
più bella che ne è uscita è che c’è speranza, c’è la voglia di sperimentare, di
elaborare nuove idee per creare qualcosa di mai visto, continuando anche a
coltivare sempre le proprie passioni, mantenendo la più totale attenzione sul
propri obbiettivi futuri.
Progetto di Roberto Simoncello |
Ora lasciamo la parola a questo ragazzo di nome Roberto, che
ci ha regalato la sua esperienza scolastica/lavorativa e può essere d’esempio
per tutti, ed ha anche un suo motto: “Se
sai risolvere un piccolo problema, saprai rispondere ai grandi quesiti”.
Progetto di Roberto Simoncello |
1- Roberto, raccontaci un po’ la tua vita scolastica e
lavorativa.
1- Se la mia vita
scolastica e lavorativa fosse un libro avrebbe poche pagine ma sarebbero
piuttosto dense. Parlerebbe di un percorso scolastico svolto in modo non
convenzionale, di tante attività e passioni considerate “extra”, di dedizione
al lavoro e voglia di riscatto.
2- Qual è stata la tua
prima esperienza lavorativa?
2- La mia prima
carriera lavorativa inizia negli anni ’90, come orefice in una piccola azienda
di Dueville, in provincia di Vicenza. Ho conseguito la maturità artistica
frequentando i corsi serali, lavorando di giorno.
3- Che è successo poi?
3- Successivamente mi
sono iscritto all’università IUAV di Venezia, dove nel marzo 2013 ho conseguito
la laurea magistrale in Architettura per la costruzione, con una tesi di laurea
su un progetto di riconversione di un’azienda agricola esistente in una social
farm.
4- Hai anche svolto un
tirocinio?
4- Durante il periodo
di studi della laurea triennale ho svolto un tirocinio della durata di circa
due mesi presso uno studio di architettura, dove ho collaborato alla stesura di
progetti sia a piccola scala, come il disegno di piccoli moduli abitativi, sia
a grande scala, come palazzine e piani urbanistici.
Roberto Simoncello |
5- Ti ha arricchito
questa esperienza?
5-Ritengo che questa
esperienza sia stata molto utile in quanto mi ha permesso di entrare per la
prima volta in contatto con un vero studio di architettura, che redige progetti
poi destinati ad essere realizzati e non solo a rimanere sulla carta.
6- Però non avevi
ancora le idee completamente chiare su cosa volevi nel tuo futuro, vero?
6- Conseguita la
laurea triennale in Scienze dell’architettura ho deciso di prendermi un anno
per lavorare, in modo da pagarmi gli studi della futura laurea magistrale, non
sapevo ancora se sarei rimasto a Venezia o se avrei cambiato università, come
ad esempio il politecnico di Milano.
7- Non ti sei perso
d’animo, e ti sei buttato in una nuova stimolante esperienza, ce la racconti?
7- Durante questo
periodo ho trovato lavoro presso una ditta che si occupa di allestimenti museali.
Il lavoro dell’allestitore penso sia molto stimolante, un po’ per la grande
storia, soprattutto italiana, che c’è alle spalle di questo settore, (con nomi
di spicco come Franco Albini e Carlo Scarpa), un po’ perché offre la
possibilità di lavorare a contatto diretto con opere d’arte importantissime,
magari studiate sui banchi del liceo artistico.
Finita questa bella
esperienza ho deciso di tornare a Venezia per seguire gli ultimi due anni di
laurea magistrale. Tra i vari indirizzi ho scelto quello di Architettura per la
costruzione, in quanto era quello che dava maggiore importanza agli aspetti
costruttivi del progetto architettonico, e a quel “senso del grave” che
ricercavo. L’importanza di confrontarsi con aspetti concreti della materia è
stata la base anche del tema scelto per la tesi di laurea, che ho redatto
assieme alla mia compagna di studi Lucia Oro.
8- Poi hai preso parte
ad un grande progetto, racconta.
8- Da tempo avevo
ricevuto la proposta, da parte di un caro amico, di sviluppare il progetto di
riconvertire la sua azienda agricola a conduzione familiare in una fattoria
sociale, ovvero un’impresa che si occupa di fornire servizi educativi,
assistenziali e formativi a persone socialmente svantaggiate, oltre a produrre
e vendere i prodotti della terra come frutta e ortaggi. Trasformando questo
incarico in un tema da sviluppare anche come tesi, ho potuto approfondire anche
molti aspetti legati alla storia e al territorio del quale l’azienda fa parte.
9- Poi, finalmente, è arrivato anche
il giorno della tua laurea.
9- Ho
conseguito la laurea magistrale in Architettura della costruzione nel marzo
2013.
A distanza di un mese
dall’esame di laurea ho ricevuto varie offerte di lavoro, nonostante il periodo
difficile che sta attraversando il settore dell’edilizia e non solo quello.
10- Cosa vedi nel tuo futuro?
10- Attualmente ho
vari progetti in cantiere, porto avanti le mie passioni, la musica (suono il
basso in due gruppi, gli Unspoken e i Counting your wounds), lo skate, l’arte,
e in generale la cultura underground.
Coltivo il sogno di
poter creare e far parte di un laboratorio di idee e creatività, in cui ci sia
spazio per l’architettura, la scultura, il design, la fotografia, gli
allestimenti museali, ovvero lavorare mettendo in pratica tutti gli
insegnamenti ricevuti, mettendo a disposizione le mie conoscenze e la mia
sensibilità artistica.
Foto di Roberto Simoncello |
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