Una cosa che, tristemente abbiamo notato, è che nei giornali di arredamento, e ne guardiamo a bizzeffe, mai o quasi mai si parla di design associato ai diversamente abili.
Considerando che, per noi di STYLEHOUSEBLOG, chiunque può avere una casa bellissima, oggi ci occuperemo di portatori di handicap, dando loro spunti d'arredo invidiabilissimi da qualunque persona.
Ovviamente, il fattore primario che si deve tenere a mente è lo spazio, considerando che questo è un elemento molto positivo, potrete scatenare la vostra fantasia.
La foto a lato è un chiaro esempio di ciò di qui stiamo parlando.
Il legno a terra agevolerà lo scorrimento delle ruote della sedia, e aver rivestito i muri dello stesso materiale, aumenta il valore della stanza.
La cosa bella che abbiamo scoperto è che, anche un'azienda importante come SCAVOLINI (http://www.scavolini.com/), ha pensato alle difficoltà di una persona in sedia rotelle, creando per loro cucine all'altezza giusta.
Questo si può tranquillamente considerare vero progresso.
Un'altra idea da copiare è questa, ed è tranquillamente utilizzabile da chiunque.
Un attaccapanni non per forza deve portare cappotti o sciarpe, e poi è all'altezza giusta per le raccogliere le scarpe.
Reinventare un nuovo uso per un comune oggetto, è sempre geniale e innovativo.
Un'altra foto che non vedevamo l'ora di presentarvi, è questa... guardate che meraviglia!
E' un bagno talmente bello ed elegante che è un dispiacere non usarlo.
La doccia ha gli spazi giusti, i colori sono tenui, il bianco riesce a romanticizzare il tutto, perciò siete liberissimi di copiare quest'idea all'istante.
Ma... la vera chicca è nell'ultima foto...
Chi dice che le sedie a rotelle non possono essere anche assolutamente chic, non ha mai posato gli occhi su questa meraviglia.
Sdrammatizza l'oggetto in se, rendendolo bello, giocoso e alla moda. E' di DAVID POMPA, visita il suo sito http://www.davidpompa.com/index.php
martedì 18 giugno 2013
giovedì 13 giugno 2013
Laureati 2013, veri eroi dei giorni nostri!
In molti pensano che il periodo che stiamo vivendo sia al
limite della catastrofe.
La gente perde il lavoro, non si hanno più certezze per il
proprio domani, perciò, come può un giovane avere fiducia a speranze per il
futuro?
La cosa straordinaria, che abbiamo scoperto, è che i ragazzi
d’oggi non si abbattono, studiano, lavorano e mantengono vivi la voglia di
costruire qualcosa.
Abbiamo raccolto la testimonianza di uno di loro, e la cosa
più bella che ne è uscita è che c’è speranza, c’è la voglia di sperimentare, di
elaborare nuove idee per creare qualcosa di mai visto, continuando anche a
coltivare sempre le proprie passioni, mantenendo la più totale attenzione sul
propri obbiettivi futuri.
Progetto di Roberto Simoncello |
Ora lasciamo la parola a questo ragazzo di nome Roberto, che
ci ha regalato la sua esperienza scolastica/lavorativa e può essere d’esempio
per tutti, ed ha anche un suo motto: “Se
sai risolvere un piccolo problema, saprai rispondere ai grandi quesiti”.
Progetto di Roberto Simoncello |
1- Roberto, raccontaci un po’ la tua vita scolastica e
lavorativa.
1- Se la mia vita
scolastica e lavorativa fosse un libro avrebbe poche pagine ma sarebbero
piuttosto dense. Parlerebbe di un percorso scolastico svolto in modo non
convenzionale, di tante attività e passioni considerate “extra”, di dedizione
al lavoro e voglia di riscatto.
2- Qual è stata la tua
prima esperienza lavorativa?
2- La mia prima
carriera lavorativa inizia negli anni ’90, come orefice in una piccola azienda
di Dueville, in provincia di Vicenza. Ho conseguito la maturità artistica
frequentando i corsi serali, lavorando di giorno.
3- Che è successo poi?
3- Successivamente mi
sono iscritto all’università IUAV di Venezia, dove nel marzo 2013 ho conseguito
la laurea magistrale in Architettura per la costruzione, con una tesi di laurea
su un progetto di riconversione di un’azienda agricola esistente in una social
farm.
4- Hai anche svolto un
tirocinio?
4- Durante il periodo
di studi della laurea triennale ho svolto un tirocinio della durata di circa
due mesi presso uno studio di architettura, dove ho collaborato alla stesura di
progetti sia a piccola scala, come il disegno di piccoli moduli abitativi, sia
a grande scala, come palazzine e piani urbanistici.
Roberto Simoncello |
5- Ti ha arricchito
questa esperienza?
5-Ritengo che questa
esperienza sia stata molto utile in quanto mi ha permesso di entrare per la
prima volta in contatto con un vero studio di architettura, che redige progetti
poi destinati ad essere realizzati e non solo a rimanere sulla carta.
6- Però non avevi
ancora le idee completamente chiare su cosa volevi nel tuo futuro, vero?
6- Conseguita la
laurea triennale in Scienze dell’architettura ho deciso di prendermi un anno
per lavorare, in modo da pagarmi gli studi della futura laurea magistrale, non
sapevo ancora se sarei rimasto a Venezia o se avrei cambiato università, come
ad esempio il politecnico di Milano.
7- Non ti sei perso
d’animo, e ti sei buttato in una nuova stimolante esperienza, ce la racconti?
7- Durante questo
periodo ho trovato lavoro presso una ditta che si occupa di allestimenti museali.
Il lavoro dell’allestitore penso sia molto stimolante, un po’ per la grande
storia, soprattutto italiana, che c’è alle spalle di questo settore, (con nomi
di spicco come Franco Albini e Carlo Scarpa), un po’ perché offre la
possibilità di lavorare a contatto diretto con opere d’arte importantissime,
magari studiate sui banchi del liceo artistico.
Finita questa bella
esperienza ho deciso di tornare a Venezia per seguire gli ultimi due anni di
laurea magistrale. Tra i vari indirizzi ho scelto quello di Architettura per la
costruzione, in quanto era quello che dava maggiore importanza agli aspetti
costruttivi del progetto architettonico, e a quel “senso del grave” che
ricercavo. L’importanza di confrontarsi con aspetti concreti della materia è
stata la base anche del tema scelto per la tesi di laurea, che ho redatto
assieme alla mia compagna di studi Lucia Oro.
8- Poi hai preso parte
ad un grande progetto, racconta.
8- Da tempo avevo
ricevuto la proposta, da parte di un caro amico, di sviluppare il progetto di
riconvertire la sua azienda agricola a conduzione familiare in una fattoria
sociale, ovvero un’impresa che si occupa di fornire servizi educativi,
assistenziali e formativi a persone socialmente svantaggiate, oltre a produrre
e vendere i prodotti della terra come frutta e ortaggi. Trasformando questo
incarico in un tema da sviluppare anche come tesi, ho potuto approfondire anche
molti aspetti legati alla storia e al territorio del quale l’azienda fa parte.
9- Poi, finalmente, è arrivato anche
il giorno della tua laurea.
9- Ho
conseguito la laurea magistrale in Architettura della costruzione nel marzo
2013.
A distanza di un mese
dall’esame di laurea ho ricevuto varie offerte di lavoro, nonostante il periodo
difficile che sta attraversando il settore dell’edilizia e non solo quello.
10- Cosa vedi nel tuo futuro?
10- Attualmente ho
vari progetti in cantiere, porto avanti le mie passioni, la musica (suono il
basso in due gruppi, gli Unspoken e i Counting your wounds), lo skate, l’arte,
e in generale la cultura underground.
Coltivo il sogno di
poter creare e far parte di un laboratorio di idee e creatività, in cui ci sia
spazio per l’architettura, la scultura, il design, la fotografia, gli
allestimenti museali, ovvero lavorare mettendo in pratica tutti gli
insegnamenti ricevuti, mettendo a disposizione le mie conoscenze e la mia
sensibilità artistica.
Foto di Roberto Simoncello |
Info e contatti:
mail: simonce@hotmail.it
tel.: +39 3273879839
skype:
roberto.simoncello
facebook: roberto
robercello
twitter: @simoncellorob
linkedin: roberto simoncello
mercoledì 12 giugno 2013
Perchè funziona IKEA
In questo post parleremo di uno dei colossi dell'arredo più famosi al mondo, ovvero IKEA.
Nasce in Svezia negli anni '40, e negli anni si è espansa in quasi tutti i continenti, dall'Australia a Cipro, dal Canada al Kuwait.
In Italia esistono ben 20 negozi, il primo fu aperto a Cisinello Balsamo nel 1989, ma lo stile scandinavo non ha alcuna intenzione di fermare la sua invasione pacifica, infatti ogni anno vengono inaugurate sedi in nuovi stati sparpagliati per la terra, aggiundendo fatturato al colosso svedese (27,6 miliardi di € solo nel 2012).
Una macchia scura ha
però segnato la storia di IKEA, nel 2012, per il catalogo distribuito in Arabia Saudita, fu tolta l'immagine di una donna da una delle fotografie del medesimo, suscitando l'ira del mondo femminile e non solo.
La corsa al successo, però, non si arrestata nemmeno in questo caso, ma allora, come mai IKEA ha così tanto successo?
Il segreto è un mix di elementi che rendono questo marchio inimitabile: i negozi sono veri e propri paesi dei balocchi dove poter trovare di tutto a prezzi accessibili, senza dimenticare lo spazio dedicato alla ristorazione, dove ci si può nutrire tra una pausa e l'altra dello sfrenato shopping, poi, le idee proposte dai designer creano nel cliente una sorta di magnetismo che da dipendenza, ma il pezzo forte è, senza dubbio, il catalogo, dove avvengono le vere magie,
foto dopo foto, pagina dopo pagina, queste immagini ritraenti momenti quotidiani, comuni a tutti, fanno desiderare una casa simile a quella che stiamo guardando. Questi attimi rubati dall'obbiettivo della fotocamera, ci sembrano molto più familiari rispetto ad una comune pubblicità dove, per esempio, ad indicarci il prodotto da acquistare, c'è una super top model vestita con abiti elegantissimi, che finge di occuparsi della cena volgendo lo sguardo all'orizzonte che svela un panorama hollywoodiano, rendendo tutta la scenetta al dir poco surreale. Invece IKEA offre attimi più o meno veri, dove chiunque può rispecchiarsi.
Oltretutto ha regalato un nuovo modo di arredare casa, che ci permette di occuparcene con molta più nonchalance, ovvero il
cosiddetto "disordine ordinato", dove ogni cosa trova collocazione quasi per caso, e ci permette di stare meno attenti alla forma, ma molto di più al dettaglio.
Per concludere, si può amarla o odiarla, ma resta il fatto che IKEA ha dato anche ai più comuni mortali, la possibilità di avere una casa bella, dignitosa e di tutto rispetto senza spendere molto. Ha dettato una moda, ha
regalato pezzi unici che resteranno nella storia del design, in più, ci ha fornito di infiniti spunti con i quali possiamo realizzare la casa dei nostri sogni, certamente il loro scopo principale non è questo, ovviamente sarà il loro profitto, ma noi, consapevolmente ingannati dal loro bel modo di fare, continueremo ad acquistare i loro prodotti, sfogliare i loro cataloghi e sognare una casa bellissima come quella delle foto.
Nasce in Svezia negli anni '40, e negli anni si è espansa in quasi tutti i continenti, dall'Australia a Cipro, dal Canada al Kuwait.
In Italia esistono ben 20 negozi, il primo fu aperto a Cisinello Balsamo nel 1989, ma lo stile scandinavo non ha alcuna intenzione di fermare la sua invasione pacifica, infatti ogni anno vengono inaugurate sedi in nuovi stati sparpagliati per la terra, aggiundendo fatturato al colosso svedese (27,6 miliardi di € solo nel 2012).
Una macchia scura ha
però segnato la storia di IKEA, nel 2012, per il catalogo distribuito in Arabia Saudita, fu tolta l'immagine di una donna da una delle fotografie del medesimo, suscitando l'ira del mondo femminile e non solo.
La corsa al successo, però, non si arrestata nemmeno in questo caso, ma allora, come mai IKEA ha così tanto successo?
Il segreto è un mix di elementi che rendono questo marchio inimitabile: i negozi sono veri e propri paesi dei balocchi dove poter trovare di tutto a prezzi accessibili, senza dimenticare lo spazio dedicato alla ristorazione, dove ci si può nutrire tra una pausa e l'altra dello sfrenato shopping, poi, le idee proposte dai designer creano nel cliente una sorta di magnetismo che da dipendenza, ma il pezzo forte è, senza dubbio, il catalogo, dove avvengono le vere magie,
foto dopo foto, pagina dopo pagina, queste immagini ritraenti momenti quotidiani, comuni a tutti, fanno desiderare una casa simile a quella che stiamo guardando. Questi attimi rubati dall'obbiettivo della fotocamera, ci sembrano molto più familiari rispetto ad una comune pubblicità dove, per esempio, ad indicarci il prodotto da acquistare, c'è una super top model vestita con abiti elegantissimi, che finge di occuparsi della cena volgendo lo sguardo all'orizzonte che svela un panorama hollywoodiano, rendendo tutta la scenetta al dir poco surreale. Invece IKEA offre attimi più o meno veri, dove chiunque può rispecchiarsi.
Oltretutto ha regalato un nuovo modo di arredare casa, che ci permette di occuparcene con molta più nonchalance, ovvero il
cosiddetto "disordine ordinato", dove ogni cosa trova collocazione quasi per caso, e ci permette di stare meno attenti alla forma, ma molto di più al dettaglio.
Per concludere, si può amarla o odiarla, ma resta il fatto che IKEA ha dato anche ai più comuni mortali, la possibilità di avere una casa bella, dignitosa e di tutto rispetto senza spendere molto. Ha dettato una moda, ha
regalato pezzi unici che resteranno nella storia del design, in più, ci ha fornito di infiniti spunti con i quali possiamo realizzare la casa dei nostri sogni, certamente il loro scopo principale non è questo, ovviamente sarà il loro profitto, ma noi, consapevolmente ingannati dal loro bel modo di fare, continueremo ad acquistare i loro prodotti, sfogliare i loro cataloghi e sognare una casa bellissima come quella delle foto.
giovedì 6 giugno 2013
Arte + Riciclo + Design = MACS DESIGN
E' possibile unire l'arte, al riciclo e al design?
Assolutamente sì, e per capire meglio come questi tre elementi
si possono fondere in un solo risultato, abbiamo contattato un'azienda che ha
fatto suo questo modo di creare oggetti d'arredo stravaganti.
Si tratta della MACS DESIGN, un'azienda giovane, fatta da
giovani.
Nasce nel 2008 a Treviso da un’idea di Massimo Furlan, che nel
2009 lancia l'eco-brand RICAMBI ORIGINALI.
L'idea di base è semplice ma geniale: è fornire ai clienti
soluzioni d’arredo basate su creazioni sostenibili per l’ambiente utilizzando,
in modo quasi esclusivo, materiali post-produzione
ricercati nei contesti industriali, tant'è che, per questo tipo
di lavoro, viene utilizzato il termine "post-industrial design".
La MACS DESIGN non si limita all'arredo casa, infatti, i
prodotti sono realizzati anche per negozi ed eventi che vengono
"vestiti" con carattere e originalità.
La cosa che rende questo brand ancora più unico, è che i
prodotti sono realizzati in serie esclusive e limitate.
In quest'azienda tutto riprende vita: il cartone, il
polistirolo, la gomma, la plastica, il legno e diversi metalli ritornano a vivere
sotto una nuova forma, spesso inusuale, ma inequivocabilmente geniale.
Ora, però, facciamoci raccontare direttamente dal suo fondatore Massimo Furlan, ciò che avviene all'interno di questa fabbrica di idee.
1- Qual è la caratteristica principale della MACS DESIGN?
1- Sicuramente che dal nulla creiamo, attraverso la fantasia
e materiali che gli altri normalmente non considerano, oggetti funzionali ed
esteticamente ricercati. Chi lavora con noi ama l’arte e la creatività.
Cerchiamo sempre di utilizzare al minimo i materiali nuovi e per questo ci
piace dire che Ricambi Originali è “il design che non stressa l’ambiente”. La
varietà di oggetti che si possono utilizzare è infinita e ogni lavoro è
un’avventura nella ricerca e nella realizzazione del prodotto, spesso si tratta
di vere e proprie scoperte.
2- Com'è nata l'idea di fondere l'arte del riciclo al
design?
2- Dopo aver lavorato per molti anni nel settore della
produzione di arredamenti e aver visto tonnellate di materiale ancora
utilizzabile essere buttato via, ho voluto dare vita a una produzione basata
proprio dall’utilizzo di questi scarti. L’applicazione nel campo del design e
in particolare negli allestimenti permette di produrre molti oggetti funzionali
agli spazi. Lo studio del design dei prodotti è una fase importantissima perché
è da qui che nascono le buone idee.
3- Come vengono elaborate le Vostre idee?
3- La creatività in questo campo deve essere ai massimi
livelli. Partire da un oggetto, ripensare al suo uso e funzione, lavorarlo e
farlo diventare qualcosa di utile ed esteticamente ricercato non è un lavoro
per nulla facile, al contempo, però è molto divertente e da grandi
soddisfazioni!
4- Qual è stato il fattore primario che Vi ha spinti verso
la produzione di complementi d'arredo al di fuori dal comune?
4- E’ bastato constatare che il settore dell’arredo per
troppi anni è rimasto statico su degli standard industriali che riescono poco
ad emozionare, da qui la voglia di esplorare un nuovo modo di lavorare e
produrre ma anche la necessità di ripensare il ciclo produttivo per fare in
modo che l’ambiente fosse maggiormente salvaguardato e che ci fossero meno
sprechi.
5- Le difficoltà maggiori che avete affrontato?
5- Le difficoltà che si incontrano quando si apre
un’attività nuova come questa sono molte, prima di tutte far sapere cosa
produci, per chi e come lo fai. Poi bisogna sperimentare tantissimo, è
necessario distinguersi dagli altri ed essere competitivi. Bisogna conoscere
profondamente le tipologie di materiali e saperli lavorare oppure trovare le
persone giuste che ti possono aiutare e consigliare. C’è moltissimo da
imparare, anche di come sapersi vendere, se si vuole portare a casa la
pagnotta!
6- Cosa Vi aspettate dal domani?
6- Crediamo fermamente che il domani sia fatto di contaminazione
e che le innovazioni saranno frutto dell’intreccio di varie competenze e
progetti di lavoro.
7- Progetti futuri?
7- Per il futuro abbiamo molti progetti legati al riuso,
stiamo collaborando con diverse realtà per provare a costruire qualcosa di più
ampio rispetto a singoli prodotti o allestimenti. Oggi le persone hanno pochi
soldi ma la voglia di possedere qualcosa di bello non manca mai. Per questo
vogliamo trasmettere il nostro sapere alle persone e fare in modo che tutti
possano produrre recuperando.
8- Che consigli dareste a chi vuole intraprendere una
carriera come la Vostra?
8- Sicuramente di lasciarsi trasportare dalla fantasia
perché in questo lavoro servono intuizioni e pazzia. Consiglio di informarsi e
ricercare molto, addentrarsi negli ambienti di lavoro delle proprie città per
capire cosa gli altri scartano e come farsi venire una buona idea per
riutilizzarli. Poi dipende se l’attività che si vuole intraprendere deve fare
profitto oppure no. Se si vuole fare profitto bisogna anche avere i piedi ben
saldi a terra perché, come per tutte le attività, anche questa ha bisogno di
una buona gestione che si rapporti con le richieste del mercato. Consiglio,
inoltre, di cercare collaborazioni e punti di contatto con altre realtà e
realizzare progetti comuni frutto dello scambio di competenze e idee.
9- E' una prassi che tuttora seguite anche Voi?
9- Anche noi lo stiamo facendo, siamo sempre alla ricerca di
persone interessanti che vogliano mettersi in gioco per trovare risposte ai
nuovi bisogni della società. Quindi perché no? Se anche tra di voi che leggete
c’è qualcuno che vuole sviluppare progetti comuni, non esiti a farsi avanti!
10- Ora è il momento di vedere una delle Vostre creazioni.
Che cosa ci presentate?
10- SCIALLA: questa poltrona a dondolo è un oggetto di
design con un particolare impatto estetico e funzionale. Le linee morbide, la
giocosità del movimento e i caratteristici elementi che la compongono, rendono
questa poltrona piacevole e divertente nell’utilizzo. (Prezzo da definire)
Info e contatti:
MACS DESIGN
di Furlan Massimo
via Sant'Angelo, 250
31100 Treviso (TV)
tel. +39 3401277633
mail info@macsdesign.it
martedì 4 giugno 2013
Una mamma e un papà per designer
Si sa, i bambini portano allegria, ma riescono a suscitare qualcosa in noi ancora prima della loro nascita.
Immaginare la sua cameretta, luogo dove accoglierlo nel momento del suo arrivo, è qualcosa che scatena la fantasia di ogni genitore, soprattutto le mamme, allora, arricchite di dettagli la sua stanza!!!
Guardate l'idea che proponiamo oggi, non è altro che del feltro ritagliato e appeso al muro... un elemento semplicissimo ma di grande effetto!
Sono questi i dettagli che rendono unica una stanza, non è comune come un quadro, è qualcosa che chiunque può fare (il feltro è facilissimo da trovare, costa poco se sintietico, perchè quello di lana è più caro, le gocce sono appese con del filo trasparente, anche quello potete trovarlo tranquillamente in molti negozi).
Immaginare la sua cameretta, luogo dove accoglierlo nel momento del suo arrivo, è qualcosa che scatena la fantasia di ogni genitore, soprattutto le mamme, allora, arricchite di dettagli la sua stanza!!!
Guardate l'idea che proponiamo oggi, non è altro che del feltro ritagliato e appeso al muro... un elemento semplicissimo ma di grande effetto!
Sono questi i dettagli che rendono unica una stanza, non è comune come un quadro, è qualcosa che chiunque può fare (il feltro è facilissimo da trovare, costa poco se sintietico, perchè quello di lana è più caro, le gocce sono appese con del filo trasparente, anche quello potete trovarlo tranquillamente in molti negozi).
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