Una cosa che, tristemente abbiamo notato, è che nei giornali di arredamento, e ne guardiamo a bizzeffe, mai o quasi mai si parla di design associato ai diversamente abili.
Considerando che, per noi di STYLEHOUSEBLOG, chiunque può avere una casa bellissima, oggi ci occuperemo di portatori di handicap, dando loro spunti d'arredo invidiabilissimi da qualunque persona.
Ovviamente, il fattore primario che si deve tenere a mente è lo spazio, considerando che questo è un elemento molto positivo, potrete scatenare la vostra fantasia.
La foto a lato è un chiaro esempio di ciò di qui stiamo parlando.
Il legno a terra agevolerà lo scorrimento delle ruote della sedia, e aver rivestito i muri dello stesso materiale, aumenta il valore della stanza.
La cosa bella che abbiamo scoperto è che, anche un'azienda importante come SCAVOLINI (http://www.scavolini.com/), ha pensato alle difficoltà di una persona in sedia rotelle, creando per loro cucine all'altezza giusta.
Questo si può tranquillamente considerare vero progresso.
Un'altra idea da copiare è questa, ed è tranquillamente utilizzabile da chiunque.
Un attaccapanni non per forza deve portare cappotti o sciarpe, e poi è all'altezza giusta per le raccogliere le scarpe.
Reinventare un nuovo uso per un comune oggetto, è sempre geniale e innovativo.
Un'altra foto che non vedevamo l'ora di presentarvi, è questa... guardate che meraviglia!
E' un bagno talmente bello ed elegante che è un dispiacere non usarlo.
La doccia ha gli spazi giusti, i colori sono tenui, il bianco riesce a romanticizzare il tutto, perciò siete liberissimi di copiare quest'idea all'istante.
Ma... la vera chicca è nell'ultima foto...
Chi dice che le sedie a rotelle non possono essere anche assolutamente chic, non ha mai posato gli occhi su questa meraviglia.
Sdrammatizza l'oggetto in se, rendendolo bello, giocoso e alla moda. E' di DAVID POMPA, visita il suo sito http://www.davidpompa.com/index.php
martedì 18 giugno 2013
giovedì 13 giugno 2013
Laureati 2013, veri eroi dei giorni nostri!
In molti pensano che il periodo che stiamo vivendo sia al
limite della catastrofe.
La gente perde il lavoro, non si hanno più certezze per il
proprio domani, perciò, come può un giovane avere fiducia a speranze per il
futuro?
La cosa straordinaria, che abbiamo scoperto, è che i ragazzi
d’oggi non si abbattono, studiano, lavorano e mantengono vivi la voglia di
costruire qualcosa.
Abbiamo raccolto la testimonianza di uno di loro, e la cosa
più bella che ne è uscita è che c’è speranza, c’è la voglia di sperimentare, di
elaborare nuove idee per creare qualcosa di mai visto, continuando anche a
coltivare sempre le proprie passioni, mantenendo la più totale attenzione sul
propri obbiettivi futuri.
Progetto di Roberto Simoncello |
Ora lasciamo la parola a questo ragazzo di nome Roberto, che
ci ha regalato la sua esperienza scolastica/lavorativa e può essere d’esempio
per tutti, ed ha anche un suo motto: “Se
sai risolvere un piccolo problema, saprai rispondere ai grandi quesiti”.
Progetto di Roberto Simoncello |
1- Roberto, raccontaci un po’ la tua vita scolastica e
lavorativa.
1- Se la mia vita
scolastica e lavorativa fosse un libro avrebbe poche pagine ma sarebbero
piuttosto dense. Parlerebbe di un percorso scolastico svolto in modo non
convenzionale, di tante attività e passioni considerate “extra”, di dedizione
al lavoro e voglia di riscatto.
2- Qual è stata la tua
prima esperienza lavorativa?
2- La mia prima
carriera lavorativa inizia negli anni ’90, come orefice in una piccola azienda
di Dueville, in provincia di Vicenza. Ho conseguito la maturità artistica
frequentando i corsi serali, lavorando di giorno.
3- Che è successo poi?
3- Successivamente mi
sono iscritto all’università IUAV di Venezia, dove nel marzo 2013 ho conseguito
la laurea magistrale in Architettura per la costruzione, con una tesi di laurea
su un progetto di riconversione di un’azienda agricola esistente in una social
farm.
4- Hai anche svolto un
tirocinio?
4- Durante il periodo
di studi della laurea triennale ho svolto un tirocinio della durata di circa
due mesi presso uno studio di architettura, dove ho collaborato alla stesura di
progetti sia a piccola scala, come il disegno di piccoli moduli abitativi, sia
a grande scala, come palazzine e piani urbanistici.
Roberto Simoncello |
5- Ti ha arricchito
questa esperienza?
5-Ritengo che questa
esperienza sia stata molto utile in quanto mi ha permesso di entrare per la
prima volta in contatto con un vero studio di architettura, che redige progetti
poi destinati ad essere realizzati e non solo a rimanere sulla carta.
6- Però non avevi
ancora le idee completamente chiare su cosa volevi nel tuo futuro, vero?
6- Conseguita la
laurea triennale in Scienze dell’architettura ho deciso di prendermi un anno
per lavorare, in modo da pagarmi gli studi della futura laurea magistrale, non
sapevo ancora se sarei rimasto a Venezia o se avrei cambiato università, come
ad esempio il politecnico di Milano.
7- Non ti sei perso
d’animo, e ti sei buttato in una nuova stimolante esperienza, ce la racconti?
7- Durante questo
periodo ho trovato lavoro presso una ditta che si occupa di allestimenti museali.
Il lavoro dell’allestitore penso sia molto stimolante, un po’ per la grande
storia, soprattutto italiana, che c’è alle spalle di questo settore, (con nomi
di spicco come Franco Albini e Carlo Scarpa), un po’ perché offre la
possibilità di lavorare a contatto diretto con opere d’arte importantissime,
magari studiate sui banchi del liceo artistico.
Finita questa bella
esperienza ho deciso di tornare a Venezia per seguire gli ultimi due anni di
laurea magistrale. Tra i vari indirizzi ho scelto quello di Architettura per la
costruzione, in quanto era quello che dava maggiore importanza agli aspetti
costruttivi del progetto architettonico, e a quel “senso del grave” che
ricercavo. L’importanza di confrontarsi con aspetti concreti della materia è
stata la base anche del tema scelto per la tesi di laurea, che ho redatto
assieme alla mia compagna di studi Lucia Oro.
8- Poi hai preso parte
ad un grande progetto, racconta.
8- Da tempo avevo
ricevuto la proposta, da parte di un caro amico, di sviluppare il progetto di
riconvertire la sua azienda agricola a conduzione familiare in una fattoria
sociale, ovvero un’impresa che si occupa di fornire servizi educativi,
assistenziali e formativi a persone socialmente svantaggiate, oltre a produrre
e vendere i prodotti della terra come frutta e ortaggi. Trasformando questo
incarico in un tema da sviluppare anche come tesi, ho potuto approfondire anche
molti aspetti legati alla storia e al territorio del quale l’azienda fa parte.
9- Poi, finalmente, è arrivato anche
il giorno della tua laurea.
9- Ho
conseguito la laurea magistrale in Architettura della costruzione nel marzo
2013.
A distanza di un mese
dall’esame di laurea ho ricevuto varie offerte di lavoro, nonostante il periodo
difficile che sta attraversando il settore dell’edilizia e non solo quello.
10- Cosa vedi nel tuo futuro?
10- Attualmente ho
vari progetti in cantiere, porto avanti le mie passioni, la musica (suono il
basso in due gruppi, gli Unspoken e i Counting your wounds), lo skate, l’arte,
e in generale la cultura underground.
Coltivo il sogno di
poter creare e far parte di un laboratorio di idee e creatività, in cui ci sia
spazio per l’architettura, la scultura, il design, la fotografia, gli
allestimenti museali, ovvero lavorare mettendo in pratica tutti gli
insegnamenti ricevuti, mettendo a disposizione le mie conoscenze e la mia
sensibilità artistica.
Foto di Roberto Simoncello |
Info e contatti:
mail: simonce@hotmail.it
tel.: +39 3273879839
skype:
roberto.simoncello
facebook: roberto
robercello
twitter: @simoncellorob
linkedin: roberto simoncello
mercoledì 12 giugno 2013
Perchè funziona IKEA
In questo post parleremo di uno dei colossi dell'arredo più famosi al mondo, ovvero IKEA.
Nasce in Svezia negli anni '40, e negli anni si è espansa in quasi tutti i continenti, dall'Australia a Cipro, dal Canada al Kuwait.
In Italia esistono ben 20 negozi, il primo fu aperto a Cisinello Balsamo nel 1989, ma lo stile scandinavo non ha alcuna intenzione di fermare la sua invasione pacifica, infatti ogni anno vengono inaugurate sedi in nuovi stati sparpagliati per la terra, aggiundendo fatturato al colosso svedese (27,6 miliardi di € solo nel 2012).
Una macchia scura ha
però segnato la storia di IKEA, nel 2012, per il catalogo distribuito in Arabia Saudita, fu tolta l'immagine di una donna da una delle fotografie del medesimo, suscitando l'ira del mondo femminile e non solo.
La corsa al successo, però, non si arrestata nemmeno in questo caso, ma allora, come mai IKEA ha così tanto successo?
Il segreto è un mix di elementi che rendono questo marchio inimitabile: i negozi sono veri e propri paesi dei balocchi dove poter trovare di tutto a prezzi accessibili, senza dimenticare lo spazio dedicato alla ristorazione, dove ci si può nutrire tra una pausa e l'altra dello sfrenato shopping, poi, le idee proposte dai designer creano nel cliente una sorta di magnetismo che da dipendenza, ma il pezzo forte è, senza dubbio, il catalogo, dove avvengono le vere magie,
foto dopo foto, pagina dopo pagina, queste immagini ritraenti momenti quotidiani, comuni a tutti, fanno desiderare una casa simile a quella che stiamo guardando. Questi attimi rubati dall'obbiettivo della fotocamera, ci sembrano molto più familiari rispetto ad una comune pubblicità dove, per esempio, ad indicarci il prodotto da acquistare, c'è una super top model vestita con abiti elegantissimi, che finge di occuparsi della cena volgendo lo sguardo all'orizzonte che svela un panorama hollywoodiano, rendendo tutta la scenetta al dir poco surreale. Invece IKEA offre attimi più o meno veri, dove chiunque può rispecchiarsi.
Oltretutto ha regalato un nuovo modo di arredare casa, che ci permette di occuparcene con molta più nonchalance, ovvero il
cosiddetto "disordine ordinato", dove ogni cosa trova collocazione quasi per caso, e ci permette di stare meno attenti alla forma, ma molto di più al dettaglio.
Per concludere, si può amarla o odiarla, ma resta il fatto che IKEA ha dato anche ai più comuni mortali, la possibilità di avere una casa bella, dignitosa e di tutto rispetto senza spendere molto. Ha dettato una moda, ha
regalato pezzi unici che resteranno nella storia del design, in più, ci ha fornito di infiniti spunti con i quali possiamo realizzare la casa dei nostri sogni, certamente il loro scopo principale non è questo, ovviamente sarà il loro profitto, ma noi, consapevolmente ingannati dal loro bel modo di fare, continueremo ad acquistare i loro prodotti, sfogliare i loro cataloghi e sognare una casa bellissima come quella delle foto.
Nasce in Svezia negli anni '40, e negli anni si è espansa in quasi tutti i continenti, dall'Australia a Cipro, dal Canada al Kuwait.
In Italia esistono ben 20 negozi, il primo fu aperto a Cisinello Balsamo nel 1989, ma lo stile scandinavo non ha alcuna intenzione di fermare la sua invasione pacifica, infatti ogni anno vengono inaugurate sedi in nuovi stati sparpagliati per la terra, aggiundendo fatturato al colosso svedese (27,6 miliardi di € solo nel 2012).
Una macchia scura ha
però segnato la storia di IKEA, nel 2012, per il catalogo distribuito in Arabia Saudita, fu tolta l'immagine di una donna da una delle fotografie del medesimo, suscitando l'ira del mondo femminile e non solo.
La corsa al successo, però, non si arrestata nemmeno in questo caso, ma allora, come mai IKEA ha così tanto successo?
Il segreto è un mix di elementi che rendono questo marchio inimitabile: i negozi sono veri e propri paesi dei balocchi dove poter trovare di tutto a prezzi accessibili, senza dimenticare lo spazio dedicato alla ristorazione, dove ci si può nutrire tra una pausa e l'altra dello sfrenato shopping, poi, le idee proposte dai designer creano nel cliente una sorta di magnetismo che da dipendenza, ma il pezzo forte è, senza dubbio, il catalogo, dove avvengono le vere magie,
foto dopo foto, pagina dopo pagina, queste immagini ritraenti momenti quotidiani, comuni a tutti, fanno desiderare una casa simile a quella che stiamo guardando. Questi attimi rubati dall'obbiettivo della fotocamera, ci sembrano molto più familiari rispetto ad una comune pubblicità dove, per esempio, ad indicarci il prodotto da acquistare, c'è una super top model vestita con abiti elegantissimi, che finge di occuparsi della cena volgendo lo sguardo all'orizzonte che svela un panorama hollywoodiano, rendendo tutta la scenetta al dir poco surreale. Invece IKEA offre attimi più o meno veri, dove chiunque può rispecchiarsi.
Oltretutto ha regalato un nuovo modo di arredare casa, che ci permette di occuparcene con molta più nonchalance, ovvero il
cosiddetto "disordine ordinato", dove ogni cosa trova collocazione quasi per caso, e ci permette di stare meno attenti alla forma, ma molto di più al dettaglio.
Per concludere, si può amarla o odiarla, ma resta il fatto che IKEA ha dato anche ai più comuni mortali, la possibilità di avere una casa bella, dignitosa e di tutto rispetto senza spendere molto. Ha dettato una moda, ha
regalato pezzi unici che resteranno nella storia del design, in più, ci ha fornito di infiniti spunti con i quali possiamo realizzare la casa dei nostri sogni, certamente il loro scopo principale non è questo, ovviamente sarà il loro profitto, ma noi, consapevolmente ingannati dal loro bel modo di fare, continueremo ad acquistare i loro prodotti, sfogliare i loro cataloghi e sognare una casa bellissima come quella delle foto.
giovedì 6 giugno 2013
Arte + Riciclo + Design = MACS DESIGN
E' possibile unire l'arte, al riciclo e al design?
Assolutamente sì, e per capire meglio come questi tre elementi
si possono fondere in un solo risultato, abbiamo contattato un'azienda che ha
fatto suo questo modo di creare oggetti d'arredo stravaganti.
Si tratta della MACS DESIGN, un'azienda giovane, fatta da
giovani.
Nasce nel 2008 a Treviso da un’idea di Massimo Furlan, che nel
2009 lancia l'eco-brand RICAMBI ORIGINALI.
L'idea di base è semplice ma geniale: è fornire ai clienti
soluzioni d’arredo basate su creazioni sostenibili per l’ambiente utilizzando,
in modo quasi esclusivo, materiali post-produzione
ricercati nei contesti industriali, tant'è che, per questo tipo
di lavoro, viene utilizzato il termine "post-industrial design".
La MACS DESIGN non si limita all'arredo casa, infatti, i
prodotti sono realizzati anche per negozi ed eventi che vengono
"vestiti" con carattere e originalità.
La cosa che rende questo brand ancora più unico, è che i
prodotti sono realizzati in serie esclusive e limitate.
In quest'azienda tutto riprende vita: il cartone, il
polistirolo, la gomma, la plastica, il legno e diversi metalli ritornano a vivere
sotto una nuova forma, spesso inusuale, ma inequivocabilmente geniale.
Ora, però, facciamoci raccontare direttamente dal suo fondatore Massimo Furlan, ciò che avviene all'interno di questa fabbrica di idee.
1- Qual è la caratteristica principale della MACS DESIGN?
1- Sicuramente che dal nulla creiamo, attraverso la fantasia
e materiali che gli altri normalmente non considerano, oggetti funzionali ed
esteticamente ricercati. Chi lavora con noi ama l’arte e la creatività.
Cerchiamo sempre di utilizzare al minimo i materiali nuovi e per questo ci
piace dire che Ricambi Originali è “il design che non stressa l’ambiente”. La
varietà di oggetti che si possono utilizzare è infinita e ogni lavoro è
un’avventura nella ricerca e nella realizzazione del prodotto, spesso si tratta
di vere e proprie scoperte.
2- Com'è nata l'idea di fondere l'arte del riciclo al
design?
2- Dopo aver lavorato per molti anni nel settore della
produzione di arredamenti e aver visto tonnellate di materiale ancora
utilizzabile essere buttato via, ho voluto dare vita a una produzione basata
proprio dall’utilizzo di questi scarti. L’applicazione nel campo del design e
in particolare negli allestimenti permette di produrre molti oggetti funzionali
agli spazi. Lo studio del design dei prodotti è una fase importantissima perché
è da qui che nascono le buone idee.
3- Come vengono elaborate le Vostre idee?
3- La creatività in questo campo deve essere ai massimi
livelli. Partire da un oggetto, ripensare al suo uso e funzione, lavorarlo e
farlo diventare qualcosa di utile ed esteticamente ricercato non è un lavoro
per nulla facile, al contempo, però è molto divertente e da grandi
soddisfazioni!
4- Qual è stato il fattore primario che Vi ha spinti verso
la produzione di complementi d'arredo al di fuori dal comune?
4- E’ bastato constatare che il settore dell’arredo per
troppi anni è rimasto statico su degli standard industriali che riescono poco
ad emozionare, da qui la voglia di esplorare un nuovo modo di lavorare e
produrre ma anche la necessità di ripensare il ciclo produttivo per fare in
modo che l’ambiente fosse maggiormente salvaguardato e che ci fossero meno
sprechi.
5- Le difficoltà maggiori che avete affrontato?
5- Le difficoltà che si incontrano quando si apre
un’attività nuova come questa sono molte, prima di tutte far sapere cosa
produci, per chi e come lo fai. Poi bisogna sperimentare tantissimo, è
necessario distinguersi dagli altri ed essere competitivi. Bisogna conoscere
profondamente le tipologie di materiali e saperli lavorare oppure trovare le
persone giuste che ti possono aiutare e consigliare. C’è moltissimo da
imparare, anche di come sapersi vendere, se si vuole portare a casa la
pagnotta!
6- Cosa Vi aspettate dal domani?
6- Crediamo fermamente che il domani sia fatto di contaminazione
e che le innovazioni saranno frutto dell’intreccio di varie competenze e
progetti di lavoro.
7- Progetti futuri?
7- Per il futuro abbiamo molti progetti legati al riuso,
stiamo collaborando con diverse realtà per provare a costruire qualcosa di più
ampio rispetto a singoli prodotti o allestimenti. Oggi le persone hanno pochi
soldi ma la voglia di possedere qualcosa di bello non manca mai. Per questo
vogliamo trasmettere il nostro sapere alle persone e fare in modo che tutti
possano produrre recuperando.
8- Che consigli dareste a chi vuole intraprendere una
carriera come la Vostra?
8- Sicuramente di lasciarsi trasportare dalla fantasia
perché in questo lavoro servono intuizioni e pazzia. Consiglio di informarsi e
ricercare molto, addentrarsi negli ambienti di lavoro delle proprie città per
capire cosa gli altri scartano e come farsi venire una buona idea per
riutilizzarli. Poi dipende se l’attività che si vuole intraprendere deve fare
profitto oppure no. Se si vuole fare profitto bisogna anche avere i piedi ben
saldi a terra perché, come per tutte le attività, anche questa ha bisogno di
una buona gestione che si rapporti con le richieste del mercato. Consiglio,
inoltre, di cercare collaborazioni e punti di contatto con altre realtà e
realizzare progetti comuni frutto dello scambio di competenze e idee.
9- E' una prassi che tuttora seguite anche Voi?
9- Anche noi lo stiamo facendo, siamo sempre alla ricerca di
persone interessanti che vogliano mettersi in gioco per trovare risposte ai
nuovi bisogni della società. Quindi perché no? Se anche tra di voi che leggete
c’è qualcuno che vuole sviluppare progetti comuni, non esiti a farsi avanti!
10- Ora è il momento di vedere una delle Vostre creazioni.
Che cosa ci presentate?
10- SCIALLA: questa poltrona a dondolo è un oggetto di
design con un particolare impatto estetico e funzionale. Le linee morbide, la
giocosità del movimento e i caratteristici elementi che la compongono, rendono
questa poltrona piacevole e divertente nell’utilizzo. (Prezzo da definire)
Info e contatti:
MACS DESIGN
di Furlan Massimo
via Sant'Angelo, 250
31100 Treviso (TV)
tel. +39 3401277633
mail info@macsdesign.it
martedì 4 giugno 2013
Una mamma e un papà per designer
Si sa, i bambini portano allegria, ma riescono a suscitare qualcosa in noi ancora prima della loro nascita.
Immaginare la sua cameretta, luogo dove accoglierlo nel momento del suo arrivo, è qualcosa che scatena la fantasia di ogni genitore, soprattutto le mamme, allora, arricchite di dettagli la sua stanza!!!
Guardate l'idea che proponiamo oggi, non è altro che del feltro ritagliato e appeso al muro... un elemento semplicissimo ma di grande effetto!
Sono questi i dettagli che rendono unica una stanza, non è comune come un quadro, è qualcosa che chiunque può fare (il feltro è facilissimo da trovare, costa poco se sintietico, perchè quello di lana è più caro, le gocce sono appese con del filo trasparente, anche quello potete trovarlo tranquillamente in molti negozi).
Immaginare la sua cameretta, luogo dove accoglierlo nel momento del suo arrivo, è qualcosa che scatena la fantasia di ogni genitore, soprattutto le mamme, allora, arricchite di dettagli la sua stanza!!!
Guardate l'idea che proponiamo oggi, non è altro che del feltro ritagliato e appeso al muro... un elemento semplicissimo ma di grande effetto!
Sono questi i dettagli che rendono unica una stanza, non è comune come un quadro, è qualcosa che chiunque può fare (il feltro è facilissimo da trovare, costa poco se sintietico, perchè quello di lana è più caro, le gocce sono appese con del filo trasparente, anche quello potete trovarlo tranquillamente in molti negozi).
mercoledì 29 maggio 2013
Architettura in cartone... non potrai più farne a meno!
Se credete che sia alquanto impossibile sedersi su una
poltrona fatta completamente di carta, perché non potrebbe sostenere il peso di
un corpo umano, vi dimostreremo che, in realtà, questo materiale, è solido
quanto il legno o il metallo.
Oggi vi parleremo di un'azienda che ha fatto di questo
materiale la sua forza.
Nazzareno e Federico Mengoni sono i geniali fondatori della
KUBEDESIGN, e dallo studio massimizzato di questo materiale, con la
collaborazione di un team professionale, nel quale figura anche il nome
dell'architetto Roberto Giacomucci, hanno dato vita a questo nuovo modo di
arredare.
Senza ombra di dubbio, l'architettura in cartone (come loro
stessi la definiscono) ha regalato al mondo del design qualcosa di mai visto, inusuale
e assolutamente suggestivo.
La carta la conosciamo tutti
come un materiale sul quale scrivere, leggere, inscatolare ricordi
oppure come contenitore di regali, invece, i fratelli Mengoni, hanno fatto a
noi un dono, hanno dato forma a piccole opere d'arte che chiunque vorrebbe
possedere.
Lampade, sedie, tavoli, poltrone, letti e librerie fatte
interamente di cartone, resistenti all'usura del tempo, che vanno aldilà delle
tendenze momentanee, perché, le cose belle, si sa, resistono alle mode
passeggere.
Non c'hanno messo molto a raccogliere consensi,
prestigiosissimi nomi hanno chiesto la loro collaborazione, e ciò è dato
dall'eccellenza dei loro prodotti, ma andiamo a conoscere meglio la KUBEDESIGN,
e farci raccontare, direttamente da uno dei fondatori, la storia di quest'azienda
e i riconoscimenti ricevuti, infatti, con immenso piacere, il sig. Nazzareno
Mengoni ha accettato di rispondere alle nostre domande.
1- Sig. Mengoni, com'è nata l'idea dell'architettura in
cartone?
1-La nostra attività di oggi
nasce dall'esperienza maturata nella azienda di famiglia, di mio padre per
precisione che da molti anni lavora col cartone tradizionale. Crescere accanto
a lui e veder crescere l'impresa ha spinto me e mio fratello a sviluppare una
visione del cartone legata ad un utilizzo innovativo e in un ambito del tutto
diverso da quello tradizionale. Da involucro il cartone diventa elemento di
arredo, architettura domestica, protagonista di una visione dell'abitare gli
spazi che ci piace molto ed è un grande stimolo a diffondere assieme alle
nostre collezioni un messaggio realmente nuovo. Una intuizione è diventata un
progetto e quindi impresa: ad oggi i segnali sono così positivi che cominciamo
a pensare di avere fatto una scelta strategica.
2- Che cosa vi ha spinti a rivisitare un materiale così
insolito come il cartone, per la creazione di mobili e complementi d'arredo?
2- La profonda conoscenza di un
materiale e delle sue caratteristiche ti deve spingere a vederlo sotto una luce
differente o da una prospettiva anche insolita se vogliamo. La leggerezza che
caratterizza il cartone sembra quasi essere in contrasto con la solidità e la
durevolezza che sono invece le caratteristiche principali che noi attribuiamo
ai pezzi di arredamento siano essi una sedia, un tavolo o una libreria. Noi
abbiamo accettato questa sfida: dimostrare col nostro lavoro che il cartone può
essere solido e strutturale come altri materiali impiegati i nell'arredamento.
E direi che abbiamo raggiunto l'obiettivo fornendo una valida alternativa a
quelle tradizionali.
3- La domanda che sorge spontanea è una: sono davvero
resistenti i vostri prodotti?
3- I nostri prodotti sono
realmente resistenti all'uso e durevoli nel tempo. La qualità del nostro
cartone e la lavorazione a cui lo sottoponiamo per farne un prodotto finito
sono tali da renderlo solido abbastanza per un uso del tutto paragonabile a
quello degli altri materiali tradizionalmente impiegati in arredamento. Si
usura normalmente ed è pronto alle diverse sollecitazioni di peso cui sono
soggetti legno, metallo, plastiche varie etc etc.
4- Come hanno reagito i compratori all'inizio della vostra
attività e quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato?
4- Il mercato cui ci rivolgiamo
è un mercato particolare: attento alle tendenze e al design e nella stessa
misura alle problematiche ambientali ed ecologiche. Di conseguenza ci siamo
rivolti a chi non poteva non apprezzare un prodotto come è il nostro che, tra
le altre cose, si allinea perfettamente alle esigenze di unire, nell'arredare
casa, aspetti estetici, funzionali,
ecologici e, perchè, no anche di costi contenuti. Quindi i consensi sono
arrivati velocemente.
Per quanto riguarda il mondo
contract inoltre, le caratteristiche del
cartone e di conseguenza degli allestimenti che realizziamo, sono vincenti:
leggerezza, facilità di progettazione e personalizzazione, costi contenuti,
sono alcuni degli aspetti che hanno favorito l’apprezzamento da parte degli
operatori.
La fase di start up è stata
molto impegnativa per noi. Siamo partiti in corsa, riuscendo a gestire e tenere
allineati la nostra creatività, il nostro dinamismo ed una attenta ricerca di prodotto ;
contemporaneamente abbiamo creato e consolidato i diversi commerciali solidi
senza perdere la nostra identità. Abbiamo fatto un bel salto in avanti e lo
abbiamo fatto in un momento in cui la congiuntura generale non dava grandi
aspettative: doppio risultato positivo quindi.
5- Si ricorda qual è stata la prima creazione della
KUBEDESIGN?
5- Abbiamo voluto creare un
prodotto che desse subito un forte messaggio: la poltrona Polly, ancora
esistente e oggi affiancata anche dalla Clorinda; si è rivelato sin da subito
un prodotto con un forte impatto sui consumatori ma anche nei confronti delle
riviste, della carta stampata, infatti è
stato spesso oggetto di redazionali, citazioni, articoli, dandoci sin da subito
una buona visibilità ed un’identità precisa.
6- Perché i vostri prodotti sono una garanzia per chi li
acquista?
6- Chi si affida a Kubedesign,
sia per arredare la propria casa o ufficio, sia per allestire la vetrina di un
negozio o il negozio stesso, sia per un grande evento e allestimento
temporaneo, sa e lo sa bene che noi siamo un partner affidabile, attento ai
minimi dettagli, alla qualità e sempre disponibile: che sia un prodotto seriale
o un prodotto studiato ad hoc il risultato è sempre all'altezza delle
aspettative e delle prestazioni per cui è stato richiesto. Ogni fase della
produzione è supervisionata internamente, testato e preparato per l'uso, il
tutto in tempi brevi e gestibili rispetto alle scadenze.
7- Avete collaborato al G8 di Siracusa 2009, per non parlare
delle collaborazioni con Microsoft, X Factor, Vinitaly, Striscia la Notizia,
Corriere della Sera e tantissimi altri. Qual è il segreto di un successo di
tali dimensioni? http://www.kube-design.it/it/news/case-history.html
7- Il nostro successo e la ampia
visibilità che abbiamo avuto in queste operazioni sono dovuti all'essere pionieri per un certo aspetto e
anche attuali per altri. Ci proponiamo con una idea che è in linea con certi
eventi e anche con un certo stile di vita. Io credo che possa essere spiegato
così: se vuoi realizzare un certo evento e cerchi una idea che sia davvero
originale e crei identità pensi a Kubedesign.
8- Tra le altre cose, avete avuto l'onore di far accomodare
su una delle vostre creazioni, una delle figure più illustri del mondo, Papa
Benedetto XVI a Malta per il 1950° anniversario di S. Paolo. Com'è andata? http://www.kube-design.it/it/news/papa-benedetto-malta-2012.html
8- Ci siamo sentiti onorati di
essere stati contattati per realizzare un allestimento così importante e la
possibilità di mostrare tutte le nostre capacità nella realizzazione di
prodotti su misura, su tutti spiccava il trono papale, e nella
personalizzazione di quelli standard ci ha stimolato per compiere come sempre
un ottimo lavoro. Non nascondo che un po’ di preoccupazione e qualche
difficoltà iniziale ci siano state ma alla fine i circa 1000 articoli richiesti
(leggii, inginocchiatoi, trono, altare, ecc.) sono stati all’altezza
dell’evento e delle aspettative.Una curiosità, abbiamo realizzato anche un
crocifisso di circa 2 metri, completamente in cartone, un prodotto davvero insolito.
9- I vostri materiali sono riciclabili, perciò siete anche
attenti alle problematiche ambientali, e operate con la partnership di
Legambiente. Ci spieghi questa scelta.
9- La collaborazione con
Legambiente è per noi importante e significativa: il valore aggiunto del
prodotto Kubedesign sta proprio nella particolare attenzione che riserviamo
all'ambiente, a tutte quelle opportunità in termini di abitudini e stili di
vita che ci aiutano a preservarlo e contaminarlo il meno possibile. Vivere con attenzione e cura per noi e per il
pianeta è la sola strada percorribile attualmente e Kubedesign per quello che
può rafforza tale scelta in chi ha già questa consapevolezza e la induce in chi
comincia a pensarci adesso. La sintonia con Legambiente è dunque quasi naturale.
10- Che consigli potrebbe dare a un giovane designer che si
affaccia ora al mondo del lavoro?
10- Ad un giovane designer che
ami il proprio lavoro potrei consigliare solo di avere tanta costanza e
determinazione. Di non stancarsi mai di cercare stimoli nuovo di cui nutrire la
creatività e non dismettere mai quell'abito di umiltà che i grandi maestri del
design non hanno abbandonato fino all'ultimo giorno delle loro brillantissime
carriere.
Ecco alcuni dei prodotti creati dalla KUBEDESIGN presentati in esclusiva per i lettori di STYLEHOUSEBLOG.
Polly: Poltrona realizzata in cartone ondulato
stratificato; cuscino in tessuto color cartone. Struttura in metallo verniciato
grigio alluminio. Disponibile con finitura naturale o nella versione rifinita
con pellicola
nei colori fuxia, rosso, nero, bianco e verde o
con l’ultimo strato in forex colorato
nero,bianco, blu, verde, rosso e giallo.
TED: Lampada da tavolo in cartone tridimensionale. Parte superiore
schermata con polipropilene e struttura rivestita da materiale rigido antiurto personalizzabile
o disponibile nei colori rosso, nero, bianco, verde, giallo o blu. Si presta ad
essere customizzata in molti modi grazie alle sei diverse texture stampate su
pellicola idrorepellente o alle numerose faccine emoticon disponibili per il paralume
in polipropilene. Lampadina esclusa. Dimensioni: 075 L/W 25 H 43 P/D 11 cm
Info e contatti:
Kubedesign srl
Via Montefanese, 234/a
60027 Osimo (AN) - Italy
Tel. +39 071 7200013
Fax +39 071 720064
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